Il metodo “olistico” THoSC di management degli Acufeni del prof Cianfrone e coll.
In premessa ricordandoci sempre che l’Acufene, denominato “Tinnitus aurium” secondo una etimologia latina, nasce
come “sintomo” cioè come manifestazione sensoriale di una alterazione fisica o psico-fisica che va
comunque identificata quanto prima e quanto meglio possibile onde giungere ad una auspicabile riduzione
del disturbo ed eventuali complicanze. Il programma si basa su una nuova ed originale classificazione degli
Acufeni, diffusa e pubblicata la prima volta già nel 2015 dal gruppo facente capo al prof Cianfrone come un
metodo Olistico di Classificazione e management degli Acufeni, con l’acronimo “THoSC“ su una nota rivista
medica internazionale (*), facendo proprie le novità clinico-scientifiche di quegli anni ed aggiornato
periodicamente nel suo razionale in funzione delle ulteriori più recenti conoscenze provenienti dal mondo
delle neuroscienze. Questo innovativo modello classificativo che opera attraverso un
particolare algoritmo si è rivelato immediatamente utile, semplice e comprensibile per medici e pazienti e
ci ha permesso come ci permette tutt’ora di identificare nei pazienti con Tinnitus tre prevalenti tipologie o
categorie di Acufeni in base alle loro cause principali e meccanismi di azione, con possibilità specifiche di
intervento terapeutico per ciascuna categoria. Esso costituisce oggi per noi la base di lavoro principale ma
non statica; su di essa infatti operiamo le necessarie riflessioni e periodiche reinterpretazioni in maniera
sempre più olistica ed integrale grazie alle conoscenze neuroscientifiche che continuano incessantemente
ad affluire. Infatti sappiamo ormai che i singoli fattori che determinano o influenzano gli Acufeni, che
secondo il nostro ormai noto schema TOHSC (*) sono fattori legati a perdite o disfunzioni uditive (Acufeni
Audiogeni), o a disfunzioni del cosiddetto apparato somato-sensoriale in genere muscolo-scheletrico
(Acufeni Somato-sensoriali) o a disordini psico-emozionali (Acufeni Psicogeni) si inter-modulano fra di loro
in una rete complessa e talvolta imprevedibile e fortemente dinamica di neuro-connessioni (il cosiddetto
“connettoma”) (**) oggi ben evidenzabili attraverso le più moderne indagini di neuroimaging (RM
cerebrale funzionale ad altissima potenza), sia all’interno della lunga rete uditiva, sia fra la rete uditiva e quella somatica sia, soprattutto, a
livello cerebrale ove la inter-connettività agisce fra più aree a diversa funzione creando cosiddetti “network
funzionali cerebrali”, per es. aree e meccanismi dell’ attenzione e memoria, delle funzioni cognitive; ma
soprattutto può coinvolgere l’area a funzione psico-emozionale (area limbica). Non per caso i pazienti con
Acufeni riconoscono un precoce coinvolgimento emotivo ed uno stato ansioso reattivo talvolta subdolo
altre volte ben manifesto. (Per inciso è da tener presente che tale stato psicologico spesso associato a
disturbi del sonno va sua volta ad iperattivare l’attenzione e quindi la percezione stessa dell’Acufene innescando il classico circolo vizioso). In altre parole da quanto detto le varie tessere di un complesso mosaico vanno a comporsi fino a creare un unicum sintomatologico per ciascun soggetto (“fenotipo”) entro il quale
spetta a noi cogliere se e quali connotati clinici prevalgono piuttosto che altri. Stimoli ambientali culturali e
psico-sociali oltre ad una predisposizione genetica possono, secondo le più moderne vedute influenzare la
neuro-connettività e quindi nel nostro campo il quadro clinico complessivo e il grado e livello di disagio
indotto dall’Acufene o ad esso associato.
Quindi operativamente: la prima parte del nostro approccio consisterà nel mettere in atto la non complessa
né difficoltosa piattaforma diagnostico-classificativa di base degli Acufeni (le tre principali tipologie THoSC
di cui si è accennato), già essa stessa importante ed insostituibile per il medico in quanto funzionale a
tracciare il quadro clinico di partenza e le possibili linee specifiche di trattamento; questa fase è anche
psicologicamente gratificante nell’immediato per il paziente che inizierà a comprendere tramite un
counsellig esperto ed uno schema diagnostico non difficoltoso il perché e il come del proprio “misterioso”
sintomo e quelle che conseguentemente possono delinearsi come ipotesi di recupero; permetterà quindi di
uscire da un frequente involontario stato di pessimistica rassegnazione causato da propri errati convincimenti o
peggio ancora da fuorvianti e superficiali counselling medici. Il protocollo dovrà essere proteso però verso
un target ancora più gratificante e riteniamo duraturo se il medico acufenologo già dalle prime fasi di
osservazione riuscirà a prevedere un primo quadro di sintesi mediante una visione olistica dei molteplici
fattori fisici e psicologici che si interconnettono fra di loro perifericamente e all’interno del Sistema Nervoso
centrale. Avere una visione d’insieme insomma che va a descrivere lo stato di disagio complessivo e la
ricaduta sulla “persona” e sul suo “ambiente di vita” partendo da specifici singoli fattori causali oggetto
della comunque irrinunciabile fase diagnostica di base, ed indirizzando correttamente le proprie
aspettative.
In base alla nostra sicuramente non breve esperienza, riportiamo una ultima ma non ultima annotazione
sugli Acufeni e sull’importanza clinica della identificazione delle cause e concause e sull’indicazione dei
rimedi mediante il nostro od altri razionali modelli. E’ bene tenere sempre presente per chi si occupa e per
chi intenderà occuparsi di Acufeni che al di là del valore squisitamente “negativo” che il paziente stesso
involontariamente ma comprensibilmente attribuisce al disturbo dato il livello di disagio, malessere e il
timore di presunta “incurabilità”, l’Acufene si può considerare non raramente proprio nella ricerca delle
cause, come “sintomo o segnale precoce rivelatore”, di una patologia o disfunzione silente che anche se il
più delle volte non grave, potrebbe avere comunque una evoluzione ed un peso sullo stato di salute. Quindi
questo tipo di segnale potrà assumere per medico e paziente un valore clinico diagnostico “positivo”. Il
possibile trattamento delle cause che scaturirà necessariamente da un corretto modello identificativo e
classificativo porterebbe pertanto ad un beneficio clinico che travalica di certo il solo risultato sull’entità del
sintomo.
(*) Cianfrone G et al. Tinnitus Holistic Semplified Classification (THoSC). Annals of Otology, Rhinology & Laryngology. 2015
Jul;124(7):550-60
(**) nostre riflessioni sulla neuro-connettività cerebrale e Acufeni pubblicate in: Cianfrone G et al. Recent frontiers on cerebral
functional neuro-connectivity in relation to tinnitus. Otorhinolaryngology (Minerva medica ed.) 2023 September;73(3):1
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